We Are Social presenta 6 nuovi trend che caratterizzeranno la comunicazione dei brand nel 2021
A causa delle soluzioni digitali sviluppate per far fronte alla pandemia del Covid-19 sono stati stravolti gli asset della comunicazione in maniera irreversibile.
Carlo Noseda, presidente di IAB Italia, commenta in modo chiaro le conseguenze dell’omnichannel che dovrà essere inevitabilmente previsto e applicato dalle aziende se vorranno avere maggiori chance di sopravvivenza in futuro.
«La crisi ha colpito duramente ma vogliamo impegnarci a diffondere ottimismo e a guardare il 2021 con fiducia. Il riassetto del retail e le risposte delle aziende italiane sono un chiaro esempio di quello che noi in IAB chiamiamo ‘metaverse’. Due mondi paralleli che si incrociano di continuo senza che uno sia esclusivamente sostitutivo dell’altro. Innovazione tecnologica, lettura dei dati, nuove strategie di marketing e comunicazione digitale, tutto concorre alla relazione con un consumatore radicalmente cambiato dall’emergenza».
We Are Social ha lanciato la sesta edizione di Think Forward, la ricerca annuale sui trend di comportamento delle persone che influenzano e orientano la comunicazione dei brand.
Questa analisi parte dall’osservazione del ruolo centrale che i canali social hanno avuto nella vita delle persone in un anno anomalo, come quello in corso, per delineare le tendenze che le marche dovranno considerare per le strategie di marketing nel 2021.
La ricerca nasce dal lavoro di un team di esperti chiamato Social Spotting Network, che ha accumulato, studiato e messo in relazione numerosi insight sulla cultura digitale globale.
Da questi studi si evince che sono 6 i trend più rilevanti che bisognerà tenere in considerazione per creare campagne di social media marketing efficaci:
1. The Simple Life.
Le persone stanno rivalutando l’importanza della semplicità con maggiore attenzione ai piaceri semplici della vita. Anche i canali social dovranno “piegarsi” in tal direzione (ad esempio TikTok è diventata una piattaforma di gardening).
2. Practical Advocacy.
In un contesto di vincoli e limitazioni “fisiche”, “l’attivismo da poltrona” ha vissuto un’evoluzione concreta e le persone cercano nuove soluzioni pratiche per mobilitarsi, anche stando in casa. (Su Instagram è sempre più frequente informarsi su temi sociali e prender parte a movimenti).
3. In-Feed Intimacy.
Le persone iniziano a superare l’inerzia e la freddezza ultimamente associate alle relazioni attraverso schermi e social media, facendone un utilizzo più “umano” (ad esempio Facebook ha aggiunto l’emoji “care”, per facilitare interazioni più “intime”).
4. Reliable Idols.
Le persone prestano maggiore attenzione ai profili seguiti sui social. Sono più consapevoli ed esigenti rispetto alla pertinenza e alla qualità dei contenuti veicolati e, di conseguenza, al valore aggiunto che questi apportano al proprio feed.
In tantissimi settori c’è un costante l’impegno per ridurre influenze negative e la disinformazione.
5. Unbound Platforms.
Le nuove esigenze di contenuto nel 2020 hanno portato un’evoluzione del modo in cui le persone interagiscono con le piattaforme social. “Vecchi” strumenti sono stati utilizzati per nuovi scopi, e si è ampliato così il loro ruolo nella vita quotidiana delle persone. (Fortnite, una piattaforma di gaming, è anche ormai hub social).
6. Open-Source Creativity.
Tra duetti, audio e coreografie, le principali piattaforme social danno largo spazio alla creatività e sono sempre più un luogo in cui le persone possono co-creare contenuti oltre che interagire con essi. (Su Zoom sono nate collaborazioni tra star e fan).
«Il mondo, le persone, e di conseguenza i social media e il loro ruolo nella vita di ognuno, non saranno più quelli di prima. E i brand ne devono essere consapevoli per non rimanere ancorati a schemi troppo velocemente travolti dagli eventi». (cit. Bruno Tecci, Head of Strategy We Are Social)